Immatricolazioni delle auto importate grazie a una pratica scorretta che alimenta l’evasione fiscale.
Quanti di voi hanno sentito parlare di vetture acquistate fuori dal territorio nazionale e rese italiane attraverso immatricolazioni illecite?
Una pratica che per anni ha fatto riempire le casse di commercianti disonesti. Oggi, però, sembra intravedere il capolinea di questo illecito milionario.
Innanzitutto bisogna fare una premessa importante. Acquistare un’auto di importazione non è assolutamente una pratica illegale.
Anzi, molto spesso, il fatto di poter attingere ad un mercato oltre confine può regalare numerosi vantaggi in fatto di risparmio.
In una sezione del mio blog, affronto il tema delle importazioni di autovetture. Li ho descritto quali sono le giuste dinamiche per aggiudicarsi un’automobile d’importazione, usata e fortemente conveniente.
Molti commercianti abili e trasparenti, hanno fatto dell’importazione la loro principale attività “lecita”. Garantendo ai loro clienti una vasta scelta di autovetture presenti sul mercato europeo.
Sono bravi nel loro lavoro perché riescono a far comprendere ai loro clienti una cosa essenziale. Risparmiare significa anche acquistare un’autovettura al giusto prezzo ma con uno stato di usura ottimale e magari con un ottimo allestimento.
Purtroppo esistono altri commercianti che si limitano a basare la loro attività sulla “vendita dell’IVA”. Omettendone il versamento e garantendosi così un forte introito, che agli occhi di un’acquirente appare soltanto come un affare da prendere al volo.
Il giro di vite, volto a contrastare questo fenomeno dell’evasione fiscale, ha tentato spesso di stringere nella morsa della legalità questa fascia di commercianti disonesti.
Purtroppo, le numerose regolamentazioni, introdotte, nel corso del tempo, dall’Agenzia delle entrate, non sono riuscite mai a sconfiggere questo mostro. Un animale che ha continuato, spesso impunemente, a produrre ingiusti profitti.
Anche l’estenuante lotta intrapresa dalle forze dell’ordine non è riuscita ad arginare questo fenomeno. Più che altro è riuscita a garantire alla giustizia gli attori, troppo spesso identificati in amministratori di comparsa e non di fatto.
Qui potrete leggere uno dei tanti articoli che hanno descritto e commentato le attività di contrasto messe in atto dagli organi competenti per materia.
Con la fatturazione elettronica si pensava che…
Con il sistema europeo della fatturazione elettronica e l’introduzione delle necessarie comunicazioni intrastat, si era sperato nel definitivo stop di questa pratica illecita di arricchimento.
Purtroppo la sterilità d’adeguamento, spesso voluta, di alcuni paesi, che ancora oggi non considerano obbligatoria la fatturazione elettronica non ha prodotto i risultati sperati.
I sistemi informatici, supportati dall’introduzione della fatturazione elettronica, erano stati elaborati con lo scopo di controllare i flussi e interrompere le immatricolazioni irregolari. Tutto a vantaggio del fisco.
Purtroppo i sistemi oprativi che di volta in volta sono stati perfezionati e resi operativi, non sono mai riusciti a contrastare pienamente le immatricolazioni disoneste.
Fatto sta che il mercato dell’importazione illecita, seppur con qualche breve interruzione di percorso, ha continuato a produrre i suoi frutti . Purtroppo a discapito delle ingenti quantità di soldi versati dal governo italiano a tutti gli stati europei che vantavano un credito d’IVA.
Ovviamente non parliamo di pochi soldi, bensì di milioni di euro sottratti da un sistema che di fatto non si è mai arreso.
Pandemia e necessità di fare cassa
Nel 2020 è scoppiata la più grande pandemia che ha travolto il mondo intero e che ha messo ogni governo nella condizione di dover affrontare la più importante emergenza sanitaria dell’ultimo secolo.
Le attività commerciali, ancora oggi, fanno i conti con le estenuanti restrizioni sanitarie che hanno fatto piombare tutti i paesi in una grave crisi economica. Anche il nostro governo è dovuto ricorrere a quelli che passeranno alla storia come i ristori.
E’ proprio in questa impellente necessità di fare cassa che ha indotto il governo a stringere la morsa del sistema anti evasione.
Ad oggi infatti, i controlli più serrati dell’Agenzia delle entrate, non permettono più le facili immatricolazioni.
Finalmente, perseguire le figure responsabili non è più necessario.
Finalmente l’immatricolazione delle autovetture importate può avvenire solo ed esclusivamente attraverso la presentazione del modello F24.
Il versamento di ogni singolo centesimo d’imposta, dovuta allo stato. Ciò che era già previsto in precedenza è stato finalmente messo in pratica.
Ma tutti questi anni di debito accumulato si potevano evitare?
Questi restano gli enigmi di un paese tanto bello quanto burocraticamente incomprensibile.
Attualmente i controlli eseguiti dall’Agenzia delle entrate non sono rivolti soltanto ai documenti delle singole auto. Di fatto mirano a monitorare l’intera attività delle società che ne richiedono le immatricolazioni.
Se tale controllo dovesse metter in allarme l’organo ispettivo e si dovessero creare punti interrogativi sulla regolarità aziendale , ogni richiesta d’immatricolazione verrà sospesa.
Ovviamente tutto questo sistema di accertamento ha provocato l’inevitabile slittamento dei tempi utili all’immatricolazione. Un continuo ritardo diventato insostenibile anche per quei commercianti onesti o redenti.
Ad oggi non si può determinare se questo stop alle immatricolazioni illecite sia definitivo oppure no. Sta di fatto che al momento le casse dello stato si stanno riempiendo alla velocità della luce.
In alcuni articoli del mio blog ho affrontato il tema delle importazioni e spesso mi sono soffermato su un aspetto fondamentale.
Cosa alimenta il mercato illecito delle immatricolazioni?
Quando esiste un sistema illecito che produce grandi profitti, alla fonte esiste sempre una circostanza che lo nutre.
Questa circostanza va ricercata proprio nel consumatore finali.
Infatti la parola d’ordine di un acquirente è risparmiare, e troppo spesso di fronte a un prezzo vantaggioso non si pongono le giuste domande.
Questa ricerca spasmodica al prezzo bomba fa dimenticare uno dei presupposti più importanti.
Un mercato, libero e lecito, ha le sue regole e il prezzo di un bene deve corrispondere al suo reale valore.
Quando si decide di guardare solo al prezzo troppo conveniente si tralascia di considerarne il reale valore. Questo ci fa cadere spesso nel bacino delle attività illecite, alimentandone la sopravvivenza.
Se non ci fossero persone che acquistano materiale rubato non ci sarebbero ladri ad offrirglielo.
Una sintesi amara?. Purtroppo l’unica che fa comprendere il motivo per cui certe pratiche illecite continuano ad arricchire le tasche di alcuni impuniti.
Ma detto ciò ti invito a valutare, tramite gli articoli del mio blog, i motivi per cui acquistare oltre confine resta comunque molto conveniente. Quindi non rinunciare ad acquistare in un altro paese, ma scegli le persone giuste di cui avvalerti.